Seminario di Mimoterapia 30-31 Maggio 09

Laboratorio di Mimoterapia
(allegata locandina)

Dopo molti anni di ricerca sperimentale sul campo e diverse presentazioni , una delle quali un documentario RAI, viene ora presentato un laboratorio seminario di MIMOTERAPIA "mimecare" della neonata disciplina di Francis Calsolaro. Un esperienza forte sul minimalismo espressivo corporeo, usando il mimo come strumento per arrivare al cuore dell'altro, in una sperimentazione sensoriale seguita da tecniche di pantomima e approccio sociale segue un esperienza coreografica in una piazzetta della città.

(iscrizioni limitate)

Sede Salerno

Giorno sab.30 e dom.31 maggio 2009
a partire dalle ore 15 del sabato

La formazione è organizzata e diretta dall'Attore Mimo F. Calsolaro, Il Dott.V. Puglia e la Dott.ssa M.Russo

Resp: Francis Calsolaro (www.calsolaro.it)

per info tel.340-8804282 oppure 339-1156373

I contenuti sono protetti da copyright (Mimoterapia-Mimecare)

Scienza della formazione Università di Salerno

Mercoledi 27 Maggio 2009 ore 10.30-12.30
presso l'università di Salerno nell'Aula 1 (collab.Ass.Futura)
della scienza della formazione all'università di Salerno
Viene presentata la nuova disciplina MIMOTERAPIA
(Le sue origini, alcuni esercizi, l'applicaz.nel sociale, Documentario)

Articolo di Olga Chieffi (Positano news)

La "mimecare" di Francis Calsolaro (Redatto da Olga Chieffi)
2 maggio 2009 Positano News

Il noto mimo ha illustrato, presso il Convento San Michele, il suo progetto per dar sollievo agli ammalati, agli anziani, alle famiglie colpite da immani tragedie, come i terremotati d´Abruzzo attraverso il linguaggio del corpo


"...Più che il gesto o la mimica, il corpo in tutte le sue dimensioni.
Se la danza cerca la leggerezza e il volo, il mimo erige ad arte la pesantezza e il radicamento.
Se il teatro parlato privilegia la dinamica della parola, il mimo svela l´energia interiore, la amplifica
e le dona il ritmo per aprirsi all´ immaginario.
Per questo la tecnica di mimo corporeo è fondamentale per l´attore.
Essa risponde perfettamente ai bisogni di mobilità fisica e spaziale necessari
all´espressione teatrale." E´ quanto scriveva Etienne Decroux riguardo l´arte del mimo, disciplina severissima che ci ha presentato Francis Calsolaro, il quale insieme a Mara Russo è venuto ad illustrare la Mimecare, la mimoterapia, ospite della rassegna “Quello che passa al convento”, promossa da Vito Puglia.

Serata emozionale ed emozionante quella offertaci da Francis e Mara, i quali sono riusciti ad “iniziare” il pubblico in sala, attraverso il canale per eccellenza, di quest´arte che è quello dell´introspezione, dello "sguardo dentro", di quel qualcosa che è invisibile agli occhi degli altri ma, che per il Mimo è il motore di tutte le cose e di tutte le forme. Per diventare Mimo occorre, infatti, intraprendere un viaggio interiore in modo da entrare in risonanza profonda con il proprio talento e con parti nascoste di sé che non aspettano altro che essere contattate, riconosciute e fatte venire alla luce. Comunicare e rappresentare attraverso il corpo consente il recupero di una parte atavica che è quella della gestualità, un linguaggio immediato e forte che sa esprimere contenuti profondi. Francis, nel suo lavoro, a fianco di ammalati, anziani, attualmente dei bambini e delle famiglie terremotate d´Abruzzo, si lascia guidare dall´istinto e talvolta dalla musica che permette di lasciarsi andare ancora di più nel movimento del cuore e non della ragione. Il suo mimare continua per sempre riscoprendo il valore del silenzio che porta ad ascoltare ogni mia vibrazione facendolo e facendoci sentire vivi nella propria umanità. La fantasia è l´anima del creativo e la sua forza è il cuore. Il Mimo crea dal nulla, o meglio dal mondo più sottile, ma affinché la sua rappresentazione non sia solo performance, deve metterci il cuore, perché solo così riesce a trasmettere i propri sentimenti. Questa professione dà l´opportunità di esprimere energia, amore che scaturisce dal profondo in modo imprevedibile e sempre nuovo anche ai propri occhi e al proprio sentire, scoprendo movimenti, mai uguali. Ma in una cultura occidentale dove viene data molta rilevanza alla parola, che contributo può dare l´arte del Mimo? Sicuramente il contributo maggiore è quello di far ritrovare la forza e la bellezza dell´espressione del corpo e del gesto, canali straordinari di relazione con se stessi e con gli altri che troppo spesso si dimenticano per lasciare spazio alla comunicazione virtuale priva di mimica e alla parola quale incarnazione di un processo mentale. Se si lascia cadere il sapere e la mente si acquista la potenza del proprio essere semplicemente per quello che è. Mara e Francis lavorano anche nelle scuole a rischio. I bambini, in genere, vengono soprattutto allenati ad acquisire abilità cerebrali, trascurando molto il corpo nel suo essere-sentire- agire. Questo è un vero peccato perché i bambini sono globali, vivono nell´unità e non nel dualismo come gli adulti; portarli a sperimentare solo alcune parti di sé li conduce più alla separazione che all´unità. Il mimo, inoltre aiuta molto i ragazzini più timidi perché la timidezza porta a chiudersi e a non incontrare l´altro, mentre questa disciplina scopre, sperimenta ed esprime attraverso il corpo la propria “anima viva”, la comunità buona. Francis e Mara terranno un corso di mimoterapia presso il convento San Michele a fine maggio, in cui si indicherà una probabile uscita di sicurezza dal Nulla che ci attanaglia, mimo come “cura” del proprio essere, l´andare sulle vette e negli abissi dell´io, allo scopo di immaginare, e cogliere nuovi sentimenti, nuove emozioni. Solo purificandoli potremmo vedere, allo stato puro, ciò che abbiamo scoperto, cosa siamo, ri-generando la vita tutta, da semplice vita vivente in vita vissuta.

Olga Chieffi da www.positanonews.it